martedì 8 giugno 2010

OLI 264: SOCIETA' - Igiene mentale post partum

Repubblica 4 giugno. Proposta dei ginecologi: “Trattamento obbligatorio per le neomamme depresse”.

L’idea arriva al Ministro della Salute Fazio da Giorgio Vittori, presidente della Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) e da Antonio Picano, presidente dell’associazione Strade onlus.

“Un’equipe specializzata potrebbe occuparsi 24 ore su 24 delle donne con comportamenti potenzialmente omicidi”.

Pare che nel nostro paese ne abbiamo bisogno circa mille pazienti per anno.

Della sostanza della proposta si preoccupa Maria Burani Procaccini, già presidente della Commissione Bicamerale Infanzia, che si dichiara “fermamente contraria all’uso del Tso per le mamme depresse, non come linea di principio, ma perché dietro la richiesta di Tso non c’è azione preventiva, non ci sono strutture degne di questo nome che affrontino il problema della depressione femminile”

Pare che, con una piccola modifica della legge 180, il Tso potrebbe essere effettuato in comunità terapeutiche come dichiara Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione Italiana Psichiatri Cattolici e che esistano “Già test specifici da somministrare alle donne durante la gravidanza, che permettono di individuare quelle a rischio di cadere in depressione dopo il parto” precisa Cantelmi ad Avvenire.

Altre dichiarazioni delineano un’azione morbida con la presenza di “operatori qualificati, anche un infermiere, che resta al fianco della mamma 24 ore su 24 per proteggerla e allo stesso tempo accudire il proprio figlio”. Come un Angelo Custode.

In nessuna delle dichiarazioni viene messa in luce l’atroce solitudine di molte donne per le quali basterebbe un luogo dove confrontarsi, parlare ed essere ascoltate.

Un luogo che non sia il quadrilatero dei giardinetti sotto casa. Dove approdare 24 ore su 24 se ne sentono il bisogno.

Che bella iniezione di vita la presenza di mamme e bambini nei reparti psichiatrici del territorio nazionale, dove atterrerebbero le mamme “certificate depresse” in mancanza di comunità terapeutiche in grado di accoglierle. Un balsamo per pazienti, familiari e personale medico, che tra una seduta, la terapia farmacologica e la TV potrebbero confrontarsi con il cambio dei pannolini, il pianto e le poppate notturne dei neonati. Come in una favola di Gianni Rodari.

Sì. Tutto sommato l’idea di Vittori e Picano è davvero geniale, una Basaglia rinforzata.

C’è da augurarsi che propongano, per il contenimento delle spese e il rinnovamento della sanità, l’unificazione immediata dei reparti di psichiatria e maternità. Uno scoppiettante scenario pieno di follia e vita.

(g.p.)

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