mercoledì 2 giugno 2010

OLI 263: FINANZIARIA - Non è più di moda l'operaio?

Secondo l'Osservatorio sulla gestione delle famiglie europee, curato dal PwC, Price waterhouse Coopers e dall'Università di Parma, per i paperoni d'Italia, quelli che possono contare su patrimoni superiori ai 500mila euro investiti in attività finanziarie, titoli o liquidità, esclusi gli immobili, la crisi sembra alle spalle. La ricchezza di 640mila famiglie appartenenti al campione, è salita fra il 2008 e il 2009 del 19%, grazie anche allo scudo fiscale con 85 miliardi di euro rimpatriati e nel 2010 avrà un trend di crescita del 5,3%.
Così il Sole 24 Ore del 10 marzo, mentre il 23 febbraio erano sbarcati all'Asinara gli operai della Vinyls di Porto Torres, che ancora stanno là, non sono l'isola dei famosi, ma quella dei cassaintegrati e protestano vivendo nell'excarcere. Perchè se in questi giorni di finanziaria si parla, non senza ragione, del pubblico impiego tartassato, ci si dimentica dei tanti Cipputi che neppure la sinistra menziona più di tanto.
Un mondo di invisibili condannati alla visibilità in occasione delle morti bianche.
Lotte che non fanno rumore, dal petrolchimico ai call center che delocalizzano, le vittime della crisi sono simili: giovani o di mezz'età, precari, operai. Non solo perchè sono i più deboli ma perchè rappresentano, contrariamente a quanto si crede, gran parte del mondo del lavoro. Altro che razza in via di estinzione.
L'Istat certifica che su 17,2 milioni di lavoratori dipendenti più di 8 milioni hanno la qualifica di "operaio", cioè quasi uno su due. Quasi tre milioni appartengono all'industria, un milione all'edilizia, quasi un milione sono nel commercio, 700mila nella ristorazione, mezzo milione nei trasporti, gli altri in attività minori, dove a volte piccoli imprenditori muoiono perchè non riescono a pagare più i loro operai. Con paghe da operaio e non a vita, come i dipendenti pubblici, che almeno lo stipendio lo avranno sempre, con aumenti magari irrisori, ma mai in dubbio, anche se non c'è di che stare sereni con una famiglia e 1500 euro medi al mese.
Gli operai però e i loro confratelli così catalogati sono dovuti salire sulle torri per farsi ascoltare da tv e giornali e neppure è servito. Un milione e mezzo i lavoratori toccati dalla cassa integrazione. La lista delle vertenze è lunghissima. Dall'inizio del 2009 aperti al ministero dello Sviluppo 150 tavoli. Senza dimenticare quelli che la cassa integrazione come ad esempio i collaboratori a progetto proprio non l'hanno vista, se va bene soltanto l'una tantum pari al 30% del reddito percepito e poi a casa.
Finanziaria ingiusta, che appena sfiora i politici o i grand commis, che colpisce sempre gli stessi, quelli che le tasse le pagano e prima. Provvedimento che non colpisce gli evasori.
O i paperoni di cui sopra. Da schiumare. Ma i lavoratori che hanno perso o perderanno il posto?
Ricorrono i 40 anni del loro Statuto e non hanno di che festeggiare.
Pare che gli operai siano di moda ormai soltanto nella moda. Infatti l'abbigliamento Caterpillar è passato davanti ad Armani e Levi's nella classifica dei migliori brand globali per i suoi scarponcini, magliette e cappellini. La multinazionale ha fatto centro non solo con le storiche macchine da cantiere e trattori, ma con la sua tenuta da lavoro divenuta trendy. Forse un sapore vintage il suo logo, una nostalgia di Cipputi in via di estinzione.
(b.v.)

Nessun commento:

Posta un commento